Storia della villa - scheibler

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Storia della villa

VILLA SCHEIBLER SIMONETTA, relazione storica

Villa Scheibler Simonetta è situata ad ovest della città di Rho a pochi chilometri da Milano.
denominazione tradizionale di "Castellazzo" è riferita all'imponente complesso di edifici componenti la villa vera e propria e le relative appendici, corti rustiche, oratorio, ecc. Tale complesso costituiva il nucleo centrale di una vasta proprietà terriera con caratteristiche di borgo autosufficiente.
L'antico complesso risultava essere sin dal XV° secolo di proprietà Simonetta, è importante quindi inquadrare storicamente tale famiglia per potere chiarire meglio la funzione di residenza di Castellazzo.
La famiglia Simonetta, originaria della Calabria, giunse nel milanese al seguito di Polissena Ruffo, sposa di Francesco Sforza, futuro Duca di Milano.
Il personaggio di maggior spicco fu Cicco, che con alterne vicende raggiunse i vertici del potere politico amministrativo del ducato, fra il XV° e XVI° secolo. A quell'epoca la famiglia si imparentava con varie case sovrane come gli Scaligeri di Verona, gli Sforza (Bianca sposa Carlo figlio del Duca di Milano, un ramo collaterale dei Visconti, ecc Per quanto riguarda la proprietà di Castellazzo,è interessante sottolineare come Giovanni Simonetta, fratello di Cicco, risulta essere nel 1464 possessore di un vasto territorio ad ovest di Milano; alla discendenza del medesimo tale proprietà rimarrà intestata fino al 1760.
Dei figli di Giovanni possono essere ricordati: Giacomo, cardinale e Alessandro, conte palatino; dei figli di Quest'ultimo: Alessandro, ecclesiastico e mecenate (sua è la volontà di far decorare la Cappella di famiglia nel Santuario di Rho da Camillo Procaccini) , Lodovico, cardinale, Cesare anche ecclesiastico, ecc. Tralasciando le successive cinque generazioni in linea retta si individua Antonio, ultimo rappresentante della famiglia, figlio di Giuseppe e di Francesca Barbiano di Belgiojoso, ciambellano imperiale e consigliere di stato, morto senza discendenza. La vendita di Castellazzo avviene nel 1760 ad opera della contessa Teresa di Castelbarco, vedova Simonetta, futura moglie morganatica di Francesco III0 d'Este, duca di Modena. I successivi proprietari furono: dal 1760 al 1829 i Ferrario di Milano, dal 1829 al 1877 i Formenti di Milano e dal 1877 gli Scheibler ai cui discendenti tutt'ora appartiene.
Come viene riportato estesamente da Santino Langè nel volume "Ville di Milano" relativamente a Villa Scheibler, a partire dalla data di acquisto per la signorile dimora iniziò un nuovo e felice periodo. Infatti gli Scheibler vollero trasformare e abbellire Castellazzo usufruendo principalmente della collaborazione del Marchese Antonio Citterio, di cui si conservano ancora alcuni interessanti disegni e documenti . E' di questo periodo la costruzione di vari edifici e la riorganizzazione e il miglioramento del fabbricato principale , infine l'edificazione di tutte le scuderie. Queste ultime furono create per accogliere uno degli allevamenti di cavalli da corsa più importanti d'Italia, denominato "Sir Rholand", spesso alla testa delle vincite dalla fine dello scorso secolo alla grande guerra. Sempre in tale epoca fu costruito un ippodromo privato e fu fondata la "Società Milanese per la caccia a cavallo" . nel 1882.
Certamente la personalità del proprietario, Conte Felice Scheibler, risultò determinante anche per una veste più internazionale data a questa residenza.
Famose furono nella "belle epoque" le occasioni mondane e di ritrovo, spesso a carattere sportivo, a Villa Scheibler .
Tutto il complesso di Castellazzo fu ereditato da Emilio Scheibler di Felice, alla cui morte -nel 1958- successe la sorella Contessa Erminia Gallarati Scotti Scheibler, ed infine la figlia nel 1979.
Tutti,ben consci dell'importante eredità storica, culturale e familiare della Villa e delle sue dipendenze, ne hanno provveduto la manutenzione e la salvaguardia con attenzione e cura.
Per quanto riguarda gli aspetti architettonici del complesso di Castellazzo si rimanda alla trattazione di Santino Langè sopracitata. Si può aggiungere ulteriormente che l'ala Est della Villa presenta interessanti caratteristiche quattrocentesche con finestre a sesto acuto in cotto con decorazioni pittoriche parzialmente leggibili; l'ala Ovest con caratteristiche sei/settecentesche risulta essere particolarmente imponente, a questo riguardo può essere ipotizzato l'intervento di un progettista la cui opera non fu completamente realizzata.
E' importante sottolineare la rilevanza architettonica di tutto il complesso comprendente gli stessi edifici rustici costituente nel suo insieme un unicum omogeneo.
Come viene riportato "i rustici per la successione di caratteristiche e suggestive corti hanno un alto valore ambientale e percorrendoli presentano sempre nuovi ed interessanti scorci",
Infine è possibile ipotizzare la realizzazione della parte dei giardini di faccia alla Villa agli inizi del XIX secolo, non essendo riportata nelle mappe più antiche, ed a prova di ciò sembra essere la grande cancellata prospettica al termine di detta parte chiaramente di stile neoclassico e le iniziali poste sulla stessa.
Molto più antiche sono le belle cancellate a pilastri con leoni rampanti, simboli araldici dei Simonetta.
A questo riguardo è riportato "la cornice , in cui il complesso si estende, è data dal vasto parco che una manutenzione attenta e minuziosa colloca tra i più curati nei dintorni di Milano. La disposizione è praticamente quella di parco all'inglese, pur se la parte centrale presenta dei viali che si dispongono secondo un chiaro, ben preciso disegno geometrico. Tre cancellate in ferro battuto sorrette da pilastri si pongono come cesure sui lunghi viali che si diramano verso la campagna creando lunghi cannocchiali ottici". Alcuni interessanti riferimenti al complesso di Castellazzo:
• Il libro "La Villa" di Bartolomeo Taegio del 1559, particolarmente interessante per descrizione dei giardini Simonetta, citati fra i più belli esistenti nel milanese. Fra l'altro viene ricordata una fontana in marmo, decorata da statue, i grandi viali ortogonali e le innumerevoli varietà di piante ornamentali utilizzate.
• Riferimento ai diari di San Carlo Borromeo, tratto dal libro "Il santuario della Madonna addolorata di Rho" di Piero Airaghi del 1972
• Come riportato il 7 ottobre 1563, San Carlo era ospite di monsignor Alessandro Simonetta, protonotario apostolico nella Villa di Castellazzo in frazione di Rho, "et se bene questo luogo e degno d'essere visto per la varietà et amenità de giardini et altre vaghezze, et fu egli condotto in casa per un viale molto bello, ..ecc." L'Airaghi ricorda come San Carlo preferiva ritirarsi in preghiera per trovare maggiore ispirazione e stendere così i decreti relativi alla fondazione del Santuario di Rho. (il Santo dormì nella villa e celebrò messa nella cappella gentilizia a Lui dedicata).
• Riferimento alla fondamentale pubblicazione di Pompeo Litta "Famiglie celebri italiane" ove alla voce Simonetta viene riportata la completa genealogia, importante specialmente per l'individuazione di coloro che hanno vissuto a Castellazzo e per ciascun passaggio di proprietà. Riferimento al libro di Felice Calvi "Il patriziato mila­ nese" (1875) ove alla pagina 209 viene ricordata la Villa Simonetta presso Milano, che l'inizio del dominio austriaco in Lombardia ne segna un periodo di nuovo splendore.



 
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